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Un pomeriggio a Tolfa con i butteri

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I butteri mi piacciono. Per il loro aspetto severo, i modi ruvidi, quella smorfia di iniziale diffidenza sul viso segnato dal sole. Una cosa sola con il loro cavallo, il primo sguardo è fugace ma il secondo ti inchioda. Se capiscono che ami i cavalli e il loro andare selvaggio, si fermano, ti danno tempo, altrimenti tagliano corto, un colpetto di tacco sul fianco del cavallo, le briglie dall’altro lato e nel silenzio se ne vanno.

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Non si rivolge loro la parola con la stessa nonchalance con cui chiedi a un passante un’indicazione. No. Ci pensi un attimo. Hai paura di dar fastidio, di essere inopportuna. Loro avanzano sul loro cavallo e ti sembrano distanti di qualche secolo mentre abbassi il finestrino della macchina. Allora ci fermiamo. Scendiamo. Marta in prima linea, affascinata da quel bel numero di cavalli sellati e conodotti silenziosamente in uno spiazzo nel bel mezzo della campagna. Alla mia curiosità uno di loro risponde che il giorno dopo avrebbero fatto la merca dei cavalli e le prove di abilità. Sì, si poteva assistere, volendo.

Be’ la merca ce la siamo persa (abbiamo fatto tardi…ma forse non è stato un caso, chi lo sa ?) ma le prove di abilità no.

Li abbiamo visti sfrecciare, nelle loro camicie bianche in groppa a cavalli belli e regali, dal temperamento focoso e dall’agile corpo dalle linee nervose. La monta è quella maremmana, naturalmente, i cavalli quasi tutti di razza tolfetana.

Intanto si preparavano panini con le salsicce oppure col prosciutto dei fratelli “Orchi” e del mitico “Lallo” i salumieri rispettivamente di Tolfa e di Allumiere mentre le ciambelline al vino e all’anice erano già in bella mostra dentro le confezioni artigianali, legate con la rafia,  con quella magnifica croccantezza tutta racchiusa in quell’anello imperfetto. Un po’ di vino, le panche di legno e quel profumo di brace tutto intorno. E poi loro, loro che andavano fendendo il vento, il corpo proteso sopra la criniera scomposta e gli occhi di Marta ipnotizzati, silenziosamente fissi sul cavaliere di turno, mentre in piedi sulla staccionata di legno si sporgeva in avanti. A distrarla solo il panino con la salsiccia. La piccola buttera briccona.

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8 commenti

  1. 20 luglio 2009    

    Incredibile, Tolfa come il Texas…ma lì il pane buono non ce l’hanno! ;)
    Michelangelo

  2. 20 luglio 2009    

    Cara Marilì,

    non ho mai avuto occasione di assistere di persona alle evoluzioni dei butteri ma ne conosco qualcuno.
    E’ gente “quadrata” si, quasi appartenente a un altro tempo, che è capace di calamitarti e gettarti in mezzo alla loro terra.
    Bellissima e preziosissima esperienza.
    Baci,

    wenny

  3. 20 luglio 2009    

    Non ho mai vissuto un’esperienza simile, nè mai assistito di persona alle evoluzioni dei butteri, ma subisco a distanza il fascino del loro magnetismo ed ho letto con emozione il tuo resoconto appassionato :))

  4. 21 luglio 2009    

    tolfa molto meglio del texas

  5. 21 luglio 2009    

    Eh sì, Michelangelo, è proprio vero. Se la sognano una bella pagnotta di Tolfa, compatta, un po’ umida, dalla pasta un po’ ammassata che per la bruschetta è spettacolare !!!

    Cara Wenny, è così come hai detto, è una forma di ipnosi, credo…e ti sembra di essere lì in mezzo a quel prato da sempre, come se fossi a casa. Bah. Un bel po’ strano. Tanti bacetti maremmani ;-)

    Ciao Lenny, grazie cara !

    Oh yea, Gunther :-))

  6. 26 luglio 2009    

    che belle questo fotografie dei butteri, chissà che atmosfera si respirava a Tolfa.

  7. 28 luglio 2009    

    Ciao Francesca, è vero, un’atmosfera del tutto particolare, carica di emozioni. Un abbraccio !

  8. Maria's Gravatar Maria
    6 aprile 2012    

    Ciao!! Ho visto questo vecchio post ma ci sono delle foto di amici miei stupende!!! Non è che per caso ne avresti delle altre di questa giornata????

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