evolving

Vipiteno I love you !

La partenza notturna era organizzata nei particolari, la sera prima una gran euforia e quell’emozione che ti dava la smania alle gambe nel letto, non ti faceva chiudere occhio. La macchina già carica aspettava sotto casa paziente e quando uscivamo noi dal portone nel colmo della notte la strada era deserta e pallidamente illuminata. Ancora altre borse e buste e sporte e papà che forzava per riuscire a chiudere il bagagliaio…e vai ! Si partiva tutti insieme, tutti e sei, un po’ agitati, un po’ felici, un po’ assonnati. Il rito di augurarsi buon viaggio veniva consumato allegramente mentre il motore ruggiva per lo sforzo nelle prime salite.

Il viaggio era lungo e nel sedile posteriore dei cuscinetti qua e là permettevano ai miei due fratelli una pennichella ogni tanto e poi c’era Nanna che fungeva da rifugio accogliente e morbido, per lasciarsi andare al sonno. Io davanti con i miei mi accoccolavo sulle gambe di mamma e tutto il resto svaniva nelle sue carezze tiepide. Ma poi la luce del giorno arrivava e con lei il caldo e l’irrequietezza. “Quanto manca ?” “ormai non molto, ci siamo quasi” ma sapevamo che quel quasi poteva essere molte cose… E poi le soste in autogrill, quell’odore di gente, di passaggio, di viaggio…

Finchè finalmente arrivava l’atteso momento. Le montagne cominciavano ad alzarsi di lato ai nostri finestrini, e i meravigliosi boschi di larici e abeti apparivano ad annunciare la meta, ormai vicina per davvero.

E allora ecco la tradizionale sosta “pre-arrivo” : mia madre e mia zia si riassettavano e si ripassavano il rossetto mentre mio padre si cambiava la camicia. Cuscinetti e fazzoletti incastrati nei finestrini a mo’ di tendina venivano rimossi e riposti. L’arrivo al mitico albergo “L’Aquila Nera” nella piazza del paese era quasi un miraggio. Ci accoglievano Karl, il proprietario, la segretaria Marta, la governante, la Sig.ra Zilli, e quell’odore penetrante di stallatico di montagna che per tanti anni ho catalogato come “la puzza di Vipiteno”. Eh sì perchè la puzza degli escrementi delle vacche che vanno al pascolo non è mica roba da poco. Ti entra nelle narici e ti si abbarbica lì, tenace. E loro avevano a quei tempi la stalla nel retro dell’albergo (altro che agriturismo, ragazzi, lì facevano sul serio !!!).

Cominciava così la nostra rituale vacanza estiva a Vipiteno che si è ripetuta ogni anno da prima che nascessi per almeno 13- 14 anni consecutivi. Poi la cosa divenne più saltuaria in concomitanza con l’acquisto della roulotte e poi con l’adolescenza di noi figli, ma con intervalli più o meno lunghi ci siamo andati comunque ancora spesso. Ma da quando è nata la piccola Marta la vacanza estiva a Vipiteno è tornata ad essere un rituale immancabile per noi tutti perchè mi piaceva l’idea che anche lei potesse vivere questa bellissima esperienza. Così insieme a Marta, oltre a babbo e mamma, c’è “zio Caccu” che arriva in treno e “zio Caccu brum brum” (che arriva sulla moto ruggente) e naturalmente “nonna Calla” e “nonno Titto”. Nanna invece ci accompagna nei nostri pensieri e nel nostro ricordo, come sempre.

La mia è una dichiarazione d’amore a questo luogo dell’anima, oltre che dell’Alto Adige : Vipiteno I love you !

2 commenti

  1. Roberto's Gravatar Roberto
    9 settembre 2008    

    Bellissimo post e bellissime foto!

  2. Piero Venturini's Gravatar Piero Venturini
    13 maggio 2010    

    Per un vipitenese come me, amico di Karl e della Signora Zilli ( inossidabile! ) è bellissimo leggere un racconto così ricco di sentimento e di apprezzamento.

    Grazie e cordiali saluti

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>