Siamo all’ultima, bellissima, tappa di questa vacanza primaverile che vi abbiamo raccontato in differita.
Sul versante occidentale della catena del Gennargentu, su un costone a 900 metri di altitudine, tra profonde e suggestive valli ammantate di boschi secolari e ricche di limpide acque sorgive, è arroccato un piccolo borgo montano: case in scisto con lunghe balconate lignee, viottoli in ciottolato, donne con il caratteristico costume tradizionale di orbace, dal vistoso colore rosso con bordature blu e oro, ricamato finemente a mano (le donne del posto ci mettono quasi un anno per ultimarlo e a volerlo comprare costa intorno ai 12.000 Euro!!!). Si tratta di Desulo, nel cuore della Barbagia, terra aspra e selvaggia, colma di un fascino antico.
Di notte un freddo della madonna e di giorno un’aria frizzantina che ti metteva fame appena sveglio. E così ci siamo predisposti al meglio quando siamo andati a trovare Rovajo, il mitico produttore di salumi con lo stabilimento in mezzo al bosco, dove appunto produce e affina i suoi prosciutti, salami, guanciali, con l’esperienza e la tecnica tradizionale tramandate di generazione in generazione.
Il meraviglioso microclima locale fa il resto: i venti di alta montagna che lambiscono le vallate impregnandosi dei profumi delle erbe montane si occupano al meglio della stagionatura e dell’affinamento di questi prodotti di eccellenza.
Oltre a fare una ricca merenda, abbiamo approfittato per fare abbondante scorta dell’impressionante prosciutto di Desulo “Antico Sapore”, qualcosa di eccezionale. E non siamo i soli a pensarlo, quando lo facciamo degustare nelle noste “session” va semplicemente a ruba, ha stoffa da vendere e si sente (e infatti lo abbiamo già finito un altra volta !!! Argh!!!). E’ un prosciutto stagionato un anno, affinato con l’aria di montagna che gli conferisce un sapore intenso, ma che conserva una consistenza morbida. In bocca avvolge il palato in volute piene e pastose. Sicuramente il fiore all’occhiello di questa bella azienda a conduzione famigliare dei due cugini Mario e Salvatore, che si distingue anche per il suo guanciale tradizionale di Barbagia, tenero e suadente, per la pancetta ben stagionata, per il buon salame di Barbagia e quello saporito che chiamano Salame Sardo, o il salamino di montagna di dimensione ridotta e a grana più grossa; così come per la tipica salsiccia ai semi d’anice, molto delicata.
Noi qua in Sardegna, soprattutto nelle zone montane quasi sconosciute al turismo, ci siamo sentiti proprio a casa, perchè la proverbiale ospitalità sarda non è un mito ma realtà. Quando siamo andati a Orgosolo, (perchè una puntata nel paese dei murales non si poteva prorio mancare nonostante l’oretta di curve e curvette), ci siamo trovati a chiacchierare con un signore che avremmo detto nostro coetaneo, insomma sulla quarantina o poco più, in un bar del centro e dopo poco eravamo a casa sua per un bicchierino di mirto fatto in casa, ma dopo mezzora eravamo con le gambe sotto al tavolo a chiacchierare con lui, la moglie e il figlio e trangugiare allegramente tutto quel ben-di-dio che fanno a casa : guanciale, coppa, salsiccette stagionate di maiale e di cinghiale, e poi i formaggi fatti a casa dall’amico e il miele di corbezzolo del compare, naturalmente con l’immancabile pane carasau, anch’esso fatto in casa, insomma una goduria infinta, una serata indimenticabile, quella passata a casa di Chicchessu (che sarebbe Francesco)… che salutiamo con affetto.
In sardegna torneremo presto, questo è poco ma sicuro, anche perchè dobbiamo accaparrarci uno dei produttori di “miele amaro” (come chiamano da queste parti il miele di corbezzolo) più serio e premiato di tutta la Sardegna, cioè l’amabile Tomaso, che insieme a sua moglie Pinuccia ci hanno ricevuta nella loro bella casa di campagna regalandoci qualche ora della loro piacevolissima compagnia.
Abbiamo solo un barattolino (perchè nella dispensa di casa ne aveva solo tre!!!) di questo incredibile miele, che ci centelliniamo giorno dopo giorno. E’ un miele da meditazione, come fosse un buon rum o un blasonatissimo muffato. La gamma di profumi e sapori è impressionante per quanto varia. Si susseguono in bocca note diverse, dal carmello, al caffè, ma descriverlo è davvero troppo difficile. Assaggiare il suo miele di corbezzolo è una vera e propria esperienza del gusto. Ora dobbiamo solo convincerlo a produrre qualche barattolino in più rispetto a quella che ormai si è ristretta a una dispensa di famiglia. Vedremo se ci riusciremo. La scommessa è aperta.