evolving

Sardinia again : i Fenici e Stefano Rocca

A me i Fenici sono sempre piaciuti sin dalle elementari, quando la maestra Mariangela ci spiegò che erano un popolo di navigatori e ottenevano il colore porpora da un mollusco marino con una lunga lavorazione, che valse loro il nome che in Greco è phoìnikes, da phoìnix, che significa appunto rosso. Quindi “I rossi” sono sempre stati uno dei miei popoli antichi preferiti (insieme agli Etruschi) e così quando ho letto del sito fenicio di Tharros all’estremità della penisola del Sinis, sapevo già che sarei stata lì nel giro di poche ore, il tempo di arrivare in macchina lungo una superstrada piena di lavori in corso e deviazioni e… pluf, sono atterrata nel mezzo di uno di quei posti che emanano qualcosa di magico. Il silenzio era rotto solo dal sottofondo musicale di mare e vento e mentre scendevamo lungo la strada di accesso verso i resti archeologici mi si è aperto davanti questo spettacolo :

E’ stato un colpo. Non sono riuscita a proferire parola per non so quanto tempo, mentre Marta non smetteva un minuto di correre, guardare e ancora correre e guardare e poi guardarmi, un po’ impensierita… Chi sa cosa le è successo, mumble mumble

Una vera e propria città di origine Fenicia (700 a.C.) poi diventata Cartaginese (500 a.C.), poi Romana (200 a.C.) e infine abbandonata a causa delle scorrerie Saracene.

I Fenici fondarono il santuario detto TOPHET, dove venivano cremati e deposti in urne i bambini morti in tenera età, come per tutte le più importanti città fenicie, sulla collina di Muru Mannu, sfruttando i resti murari delle capanne del presistente villaggio nuragico.

Il “Tempio delle semicolonne doriche” è invece Cartaginese e si erge proprio al centro del sito, come piazzato tramite un fotomontaggio nel mezzo di un un quadro di Monet, in un campo fiorito di papaveri, contro un mare appena increspato. Toglie il respiro.

Le strade, i resti dei negozi e dei locali artigianali e le terme risalgono al periodo Romano e donano quel tocco imponente e trionfante che tanto sa di “impero” a un posto che altrimenti evoca lontane presenze, più silenziose e composte.

Dopo circa due ore di esplorazione ci accingiamo a lasciare Tharros, mentre Marta scova una piccola tartaruga …

Un ultimo sguardo alla torre di avvistamento e poi saliamo in macchina diretti verso sud dove, a proposito di Fenici, ci aspetta Stefano Rocca…

Ora però è tardi per raccontarvi di Rocca e come c’entra coi Fenici… facciamo domani ?

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>