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Zuppetta di rafani

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Dalle nostre parti, nell’alto Lazio, si usa raccogliere una pianta rampicante spontanea, che cresce ai bordi dei fossi  e comunque nei pressi di pozze d’acqua o in terreni particolarmente umidi. Da noi si chiama “rafano” ma non ha nulla a che fare con la vera pianta del rafano (conosciuta per le sue radici e che non cresce spontaneamente in Italia).

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Il “rafano” di cui vi parlo ha un portamento rampicante a stelo unico, foglie lucide a forma di cuore e un virgulto in cima che viene colto insieme all’ultima parte dello stelo completo di tenere foglioline. Il sapore è abbastanza amaro e ci si prepara una zuppetta che mi manda in visibilio.

La procedura è semplice : un soffritto di aglio con una puntina di peperoncino in abbondante evo, si mette giù l’ultima parte dello stelo spezzettato, le foglioline e il virgulto. Si aggiunge dell’acqua calda e si porta a cottura. Normalmente non serve sale, sono già abbastanza sapidi. La zuppetta si serve con delle fette di pagnotta abbruscate.

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Come tutte le ricette popolari, ognuno poi la fa un po’ a modo suo, chi aggiunge dadini di pancetta o di guanciale nel soffritto, chi mette anche un uovo a fine cottura a rapprendersi. Io la preferisco semplice, perchè adoro il loro sapore amaro e dolce insieme e quel profumo di casa che mi regalano, essendo una ricetta tipica di qui. E poi ora è periodo, a primavera inoltrata spigano e non sono più buoni. Quindi bisogna darci dentro ora.

E così sia.

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7 commenti

  1. 23 aprile 2009    

    I rafani sono la mia passione! In famiglia mi prendono tutti in giro perchè mi dicono che già a tre anni riuscivo a mangiarli, pur essendo così amari!

    Mi hai fatto venire un’aquolina!

  2. 24 aprile 2009    

    E’ vero Chiara, ma quanto sono buoni ! Peccato che durano poco…Un giorno di questi ce ne facciamo una scorpacciata insieme a cena, dopo le fatiche “Panamensi”, che ne dici ? Andata ? Bacioni

  3. 25 aprile 2009    

    Aggiudicato! ;)

  4. 25 aprile 2009    

    bòòòne l’abbhojèèèèle.

  5. 25 aprile 2009    

    Good Chiara, allora a fine “quarantena” ti chiamo ! (Uh, come siamo messi male, qua !!!).

    Hi hi, Fabrì, troppo bòòòne !

  6. Gianbarletta's Gravatar Gianbarletta
    27 febbraio 2010    

    Provateli saltati, a crudo, in padella con olio, aglio e peperoncino, senza aggiungere acqua come per la zuppa, semplicemente saltati come la cicoria. Il tocco particolare è aggiungere verso la fine cottura un pesto di aglio, acciuga salata e aceto (meglio di mele: è più delicato) continuando la cottura per 1 minuto o 2.
    Si accompagnano magnificamente con ogni carne arrostita e con le uova al tegamino.
    Buon Appetito!

  7. 27 febbraio 2010    

    Grazie Gianbarletta, consiglio prezioso, ora che si avvicina nuovamente il tempo ! Sarà fatto…

  1. Coniglio alla birra e timo con insalata di rafani | Gustoshop Blog on 8 maggio 2010 at 10:02

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