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Sardinia – “Villa d’Orri” un extravergine da Re

Che dire di Villa d’Orri, un gioiello dell’architettura settecentesca, dimora gentilizia dei Marchesi di Villahermosa, per sette anni villa reale di Carlo Felice. Siamo a Sarroch, davanti a un mare azzurro turchino e completamente immersi nel verde di alberi secolari d’alto fusto nel parco della villa. Una meraviglia. L’interno della villa è conservato esattamente come allora, integro, intonso, sembra proprio di dover vedere spuntare da una porta all’improvviso il re Carlo Felice e la consorte Cristina, avanzare lentamente a braccetto, impettiti, austero in volto lui, un lieve sorriso regale lei.

Ci fa da guida Emanuele Aimerich discendente dei Marchesi, che si occupa direttamente della produzione dell’extravergine “Villa d’Orri” nelle tenute di famiglia che si estendono dal mare fino all’entroterra includendo le bellissime colline retrostanti. Lì ora l’oliveto conta circa 16000 piante, parte delle quali in coltivazione sperimentale “a spalliera”. Il risultato è un olio dalle caratteristiche organolettiche notevoli e altamente tipico, ottenuto da due varietà autoctone sarde : bosana e semidana . Il Villa d’ Orri è proposto in questa bottiglia stupenda, dai tratti puliti e eleganti, che sembra quasi ospitare un’essenza profumata parigina più che un olio. Decisamente strepitosa per un regalo o per farne bella mostra in casa. Lo stesso identico olio viene invece imbottigliato con il nome di “Sa mola de Orri” nella confezione chiamata “dorica”, forse di minor effetto estetico, ma la “sostanza” rimane sempre la stessa.

In una degustazione alla cieca che abbiamo fatto presso GustoShop con un circolo ristretto di amici-intenditori, abbiamo qualificato il Villa d’Orri – Sa mola de Orri al terzo posto in una rosa di quindici extravergini provenienti da tutta Italia. Secondo noi quest’olio, che non è mai stato presentato al giudizio di commissioni delle prestigiose guide specializzate, ha molto da dire. E poi Emanuele e il suo staff stanno facendo le cose in grande ampliando notevolmente gli oliveti e la produzione, costruendo il nuovo frantoio aziendale due volte più grande, sicuramente votati a guadagnare un buon posto nel gota degli extravergine italiani. Noi nel frattempo ce li marchiamo stretti.

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