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Lampredotto (di Falorni) in salsa verde

Quando ce ne siamo andati a scorrazzare nel Chianti abbiamo soggiornato a Greve in Chianti (detta anche “Gretes”, come ribbattezzata da Marta!), che ci piace da sempre e troviamo sia un punto di partenza privilegiato per tante belle località che si susseguono una dopo l’altra nel giro di pochi chilometri.

Naturalmente stando a Greve non abbiamo potuto mancare di far tappa alla Antica Macelleria Falorni, uno dei templi italiani della carne, sono quei posti a cui ci piace accostarci in religioso silenzio mirando e rimirando tutto quel bendidio, mentre i sensi sono sopraffatti dalla bontà e dall’abbondanza di salumi e formaggi rigorosamente toscani, con una bella scelta di bottiglie di vino da tutta Italia.

Abbiamo quindi anche approfittato per portarci a casa il celeberrimo lampredotto, ossia uno dei quattro stomaci del vitello : l’abomaso.

Eccolo qua. La procedura è molto semplice.

In una pila piena d’acqua ho tuffato una bella cipolla, coste di sedano, carota, gambi di prezzemolo, due pomodorini e ho messo sul fuoco finchè non ha preso il bollore.

Poi ho buttato giù il lampredotto, che ho lasciato cuocere per 20 min, circa. Ho lasciato freddare il tutto e, infine, l’ho scolato, asciugato e tagliato a stricioline.

Per la salsa verde ho messo nel frullatore tanto prezzemolo, uno spicchio d’aglio grattugiato, 1 alice sott’olio sminuzzata, 1 cucchiaio d’aceto, qualche cappero di Pantelleria sotto sale (ben sciacquato), 1 tuorlo sodo, un po’ di mollica di pane casareccio intrisa di aceto. E via a frullare finchè non si presenta morbida e setosa.

Appena cotto c’abbiamo fatto dei bei panini, bagnando leggermente il pane con il brodo di cottura passando poi la salsa verde sul pane e farcendo con il lampredotto. Il giorno successivo, non contenti, abbiamo bissato risparmiandoci solo il pane…

Certo che dal sushi al lampredotto c’è un bel salto eppure…
il buono è buono, punto e basta.

A proposito di buono, alla prossima magari vi segnalo qualche indirizzo di “places to eat” nel Chianti, di quelli che rimangono impressi e continuano a far capolino nei ricordi e nei pensieri anche a distanza di mesi.

Ora, senza rubarvi altro tempo, vi auguro  Bon Appetit !

5 commenti

  1. fra's Gravatar fra
    30 maggio 2011    

    Sono stata migliaia di volte in toscana e non ho mai assaggiato questo piatto così tipico, dovrò assolutamente rimediare! Attendo la lista dei posticcini in cui rifocillarsi ;)
    Un bacione e buona settimana
    fra

  2. 30 maggio 2011    

    Ah, ecco, mi pareva che accanto a *lampredotto* non spuntasse fuori *toscana* :)
    Un abbraccio e buona settimana,

    wenny

  3. 30 maggio 2011    

    @Fra : Ciao Fra, spero ti piacerà, contrariamente a quello che si può pensare il saporeè delicato… bacioni !

    @Wenny : toscana sì, che mi è assai cara, perchè come forse sai, nel mio caso, bassa toscana e alto lazio si son baciati ;-)
    Poi che dire, girano anche Fiorentine assai simpatiche in giro per il blog e questa ricetta è dedicata anche a loro !!!
    Ciao carissima, un abbraccio forte forte anche a te.

  4. 31 maggio 2011    

    Nonostante viva da vent’anni in Toscana non ho mai assaggiato il lampredotto. ma ti confesso che ho una certa titubanza come davanti a tutte le frattaglie. Bellissime quelle violette. Un bacione, buona settimana

  5. 31 maggio 2011    

    @Federica : non sei certo la sola, infatti le frattaglie non incontrano il gusto di tutti.
    Allora alla prossima, ok ? Besos !!!

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